New York : la Mia Avventura Americana

Da oggi iniziamo una nuova rubrica, si chiama la rubrica di Emanuela!

Chi è Emanuela? E`una persona a me molto molto cara, una scrittrice ed una neo newyorkese, (almeno nel cuore, il suo domicilio è ancora in Italia 😛 )

Emanuela ci racconterà la Grande mela vista da vicino, con gli occhi di chi per la prima volta posa piede su suolo Americano

Prima puntata La Mia Avventura Americana

Quando arrivi a NYC cerca, se ci riesci, di guardare ciò che vedi con gli occhi di quel bambino che eri. Con uno sguardo nuovo, pulito, senza schemi, senza pregiudizi.

Perchè ti dico ciò, perchè rimarrai a dir poco stupito di ciò che vedrai. E cosa vedrò, mi domanderai. Vedrai persone di razze, culture, età, estrazione sociale completamente diverse tra loro che mangeranno allo stesso tavolo e si tollereranno a vicenda nel massimo rispetto reciproco.

Manhattan Skyline

A un primo impatto potrà sembrarti indifferenza. Non é così, niente di più sbagliato: è indulgenza. Ė accettazione senza giudizio, è capacità di stare al proprio posto senza invadere lo spazio altrui ma essendo presenti nel momento di una qualunque richiesta. Di un bisogno dell’altro, chiunque sia l’altro. Tutto questo nella massima discrezione, senza ostentare, senza gridare al mondo che hai fatto un atto di generosa bontà verso qualcuno.

In questa città convivono da secoli ogni tipo di etnie, ognuna con le sue abitudini, i suoi valori e il suo credo.




Spesso ho trovato una moschea una sinagoga o una chiesa battista, l’una di fronte all’altra. Ognuno accetta l’esistenza dell’altro, nel rispetto reciproco, senza gesti eclatanti. Credo sia il segreto della loro convivenza: non portare alla ribalta ogni fatto che accade.

Emanuela Vacca

*Tutte le foto appartengo a Emanuela e sono coperte da diritto d’autore

I Vostri Commenti

Questo articolo ha un commento

  1. Sario Bassanelli

    Sto per partire insieme ad altre persone, per lavoro, alla volta di New York dove resteremo per circa 6 settimane. Sono un miniaturista (o modellista) e partecipo al progetto del plastico del Gulliver’s Gate a Time Square. Il lavoro approntato qui in Italia sta arrivando via nave e noi dovremo rifinirlo e montarlo definitivamente per l’esposizione nell’ex sede del New York Times. E’ la mia quarta volta negli USA (1985-1988-1990 i viaggi precedenti) dove praticamente sono stato solo a Washington e New York, ma per fortuna oltre che da comune turista, da turista ospite in casa di un amico Italo-americano quindi più interessato a cominciare a conoscere gli usi e costumi di questo popolo più che a girare per Musei ( che sono strabilianti, comunque) e per divertimenti vari. A New York, mentre il mio amico lavorava come broker alla Solomon Brothers Bank, ho trascorso la mia settimana a passeggiare in lungo e in largo per Manhattan per farmi un’idea visiva ma intima di queste persone che hanno un’altra concezione della vita, molto differente dalla nostra, più provinciale. Tutto questo in modo mimetizzato (come consigliato) per non sembrare un turista. All’epoca era facile per me, biondo con gli occhi azzurri. Oggi ho 62 anni che compierò un giorno prima di partire, completamente calvo e con qualche (anzi molti) chilo in più, ma con sempre viva una certa curiosità su come me la caverò; il mio inglese è scarso, meglio di quello di precedenti viaggi in UK, ma sempre insufficiente per una normale conversazione che vada al di là di domanda e risposta….e io come lei adorerei imparare questa lingua parlata in tutto il mondo. Ho conosciuto questa sua utilissima pagina per ragioni puramente “venali”, per non arrivare almeno non come un pesce lesso in un posto che perdona poco gli sbagli, compreso il vitale utilizzo di un Bancomat Unicredit. Grazie per i suoi utilissimi reports che leggerò ancora e avidamente prima di partire. Un saluto.

    Sario Bassanelli

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